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Sepe, cuore di Parma: fino all’ultimo respiro

Il portiere in prestito dal Napoli è risultato decisivo negli ultimi minuti. Dall’Udinese all’Empoli, passando dal Frosinone, fino Genova

La crescita del Parma va di pari passo rispetto a quella dei suoi interpreti. La dirompente falcata di Gervinho alla Dacia Arena e la classe prepotente di Roberto Inglese hanno messo in ombra la grande partita di Luigi Sepe. Partendo dalla fine: il cardinale ha parato anche i complimenti dei giornalisti che lo incalzavano in mixed zone dopo la grande gara in Friuli, una gara che ha certificato – ancora una volta – la sua grande maturazione.

Lui stesso ha ammesso di essere nel momento migliore della sua carriera ed evidentemente non si è sbagliato. Sepe è diventato, come Gervinho e Inglese, uno dei pilastri di una squadra che più passa il tempo e più sa quello che deve fare. I risultati strepitosi di queste prime venti partite sono la prova concreta del fatto che il gruppo lavora sodo e sa quello che vuole. Quando non ci riesce, come è successo in un paio di volte a Udine, ci pensa Sepe, ultimo baluardo di una fortezza che assaltare diventa molto complicato.

Nel controllo del forcing avversario, la squadra di D’Aversa sabato pomeriggio è andata in affanno poche volte, giusto un paio. Quando Lasagna si è arrampicato in cielo girando di testa un cross dalla destra, Sepe con grande slancio si è tuffato su quel pallone respingendolo lateralmente. Poi è arrivato De Paul che da pochi passi ha calciato contro il legno. De Paul stesso che ha provato a beffarlo a una manciata di secondi dalla fine senza riuscirci. Sepe (e ancora il palo) hanno detto no, decisivo il suo tocco in allungo. Un tuffo pesante, da due punti, così come pesantissima era stata quella respinta, un colpo di reni, al Tardini su La Gumina, quando la partita stava già volgendo al termine. Il 2-1 è stato protetto dal cardinale. Ha chiuso il discorso respingendo una botta a colpo sicuro del palermitano che si è visto strozzare in gola l’urlo.

Stessa cosa è capitata a Vloet, il centrocampista del Frosinone che si è avvitato al minuti 90′ e si è trovato sbarrato la strada dal cardinale. La specialità di Sepe sembra essere quella di esaltarsi negli ultimi minuti. A Genova aveva cominciato a farlo da prima. Il gol di Piatek aveva rischiato di indirizzare la partita verso un altro finale, ma sull’ 1-0 per il Grifone Sepe ha tolto letteralmente dalla porta, con un tentativo sì goffo ma determinante, una palla che danzava pericolosamente sulla linea. Da lì in poi il Parma ha aumentato i giri del suo motore, è riuscito a dare continuità alla manovra trovando tre gol custoditi ben saldi nella cassaforte a guardia del cardinale.

Ha parato tutto, Sepe, anche lo scetticismo che lo ha accompagnato e – forse – preceduto. D’Aversa, che lo ha voluto fortissimamente (lo conosceva dai tempi di Lanciano, ha garantito Bob), lo ha aspettato e ora se lo gode. Mentre il Parma sta pensando di riscattarlo dal Napoli. Quel Napoli che Sepe ha sempre sognato e che spesso gli ha fatto trovare le porte chiuse. Sempre. Ancora è presto per parlare di riscatto, se per riscatto si intende quello del cartellino, ma intanto un altro tipo di riscatto si sta consumando: Sepe ha messo le mani sul Parma. 

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