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ESCLUSIVA FP – Santacroce: “Umiliati? Noi…”

Il capitano del Cuneo: “Se decidi di giocare poi giochi. E se ti presenti in 7 giusto che prendi 20 gol. Il caso Parma non ha insegnato nulla”

La roba di domenica è stata terribile. Una situazione assurda”. Lo sfogo è di Fabiano Santacroce, il capitano del Cuneo, lo stesso che ha segnato venti (20) gol al Pro Piacenza, squadra scesa in campo con sette ragazzini e un massaggiatore per evitare l’ennesima penalizzazione. La penalizzazione forse sì, l’ha evitata, ma non la figuraccia, un’umiliazione epica che però è più difficile da gestire per il calcio italiano, ancora pieno zeppo di ‘casi Parma’, no. Non E a proposito di casi Parma, Fabiano Santacroce lo conosce bene. “Lì era una situazione diversa – dice a ForzaParma -. A Parma con un mese di stipendio stavamo bene per tutta la stagione. Ma questa è Serie C”.

Che pomeriggio è stato?

“Ho iniziato la partita, dopo mezz’ora ho chiesto il cambio. Era una presa in giro per il calcio. Non me la sono sentita di continuare”.

Che segnale avete dato?

“Il segnale che abbiamo potuto dare è che abbiamo giocato la partita per rispetto di tutti. Ci hanno detto: ‘Avete fatto venti gol ai ragazzini’. Non si può giocare in sette una partita di calcio professionistico. Anche nei nostri confronti non è giusto”.

Un altro caso Parma.

“Noi a Parma eravamo rimasti però, da inizio anno a Piacenza non sono stati pagati gli stipendi. Hanno fatto promesse anche a gente che stava in altre squadre, convinta da contratti mai pagati. A Parma la situazione era un po’ diversa. Questa è una società che è destinata a fallire purtroppo, se metti sette giocatori in campo, sette ragazzi, allora è giusto che prendi 20 gol. Per me questa non è una partita”.

Non avrete esagerato?

“Non c’è stata nessuna umiliazione, è stata più per noi l’umiliazione. Giocare con venti ragazzini, una partita di calcio professionistico, giocare contro un massaggiatore… . Per me il fatto di doverci fermare dopo dieci minuti non era giusto per nessuno: né per i magazzinieri che lavoravano al Piacenza, né con i calciatori che da Piacenza sono andati via”.

Che messaggi le sono arrivati il giorno dopo?

“Mi sono arrivati dei messaggi di ringraziamento da parte dei ragazzi del Piacenza, di quelli che sono andati via, perché abbiamo dato un segnale forte. Ci sono tanti problemi nel calcio. Questo è un segnale che abbiamo voluto dare. Ci siamo presentati lì al campo, abbiamo parlato con i ragazzini e gli abbiamo detto che noi avremmo giocato a calcio. Per rispetto di tutti. Se si gioca si gioca. L’umiliazione più grande è stata per il sistema calcio. Il nostro messaggio è stato questo”.

Il giorno dopo ha parlato con qualcuno?

“Non ho parlato con nessuno, la notizia ha avuto il giusto peso però. E’ stata pesante. La Lega non può fare nulla, ma per l’anno prossimo bisogna dare delle regole perché non si può arrivare a febbraio senza aver pagato gli stipendi. I ragazzi non hanno pianto, hanno voluto giocare a calcio. Quindi abbiamo giocato”.

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