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Prandelli riabbraccia Parma

Il tecnico del Genoa si fece conoscere nel grande calcio tra il 2002 e il 2004 quando condusse i ducali a due piazzamenti Uefa in mezzo a tante difficoltà

Avversario sì, nemico mai. Chissà che effetto farà a Cesare Prandelli, da tre mesi in sella al Genoa, riprendere posto sabato pomeriggio al Tardini sul campo che lo rese celebre al calcio italiano da allenatore. Lo scelse direttamente Arrigo Sacchi, ammaliato dal suo 4-4-2 e dalla capacità di lavorare assieme ai giovani. Bel gioco e organizzazione: su quelle basi prese forma nell’estate del 2002 il Parma di Prandelli, scottato dal prematuro esonero di Venezia ma protagonista due anni prima di un’insperata salvezza alla guida del Verona. E le premesse vennero rispettate in pieno attraverso due quinti posti ottenuti in coppia con il suo nuovo vice Gabriele Pin, che da lì in avanti diventerà un inseparabile compagno di viaggio. Fin dalle prime uscite il modulo si trasformò  in un 4-2-3-1 che esaltò le qualità della coppia MutuAdriano, la più prolifica in una singola stagione nella storia dei ducali. Che strapparono la meritata qualificazione alla Coppa Uefa, un piazzamento ripetuto anche nell’annata successiva in mezzo a tante difficoltà.

CRAC PARMALAT. L’improvvisa partenza in agosto del neo capitano Mutu non inaugurò nel migliore dei modi il Prandelli-bis. Poi l’esplosione del crac Parmalat fece temere per il futuro della squadra che a gennaio salutò Adriano, di ritorno all’Inter, e si ricompattò attorno al suo condottiero. Negli ultimi sei mesi si consolidò un legame unico e forte con la piazza che, nonostante i problemi societari, permise di sfiorare un miracoloso approdo in Champions vanificato proprio dalla punizione di Adriano a San Siro alla penultima giornata. Quando il gruppo al completo, già negli spogliatoi, tornò fuori richiamato a gran voce dai tantissimi tifosi gialloblù accorsi a San Siro. Che, al di là della sconfitta, volevano omaggiare e ringraziare tutti i protagonisti di un’indimenticabile cavalcata.

UMANITA’. Un tecnico emergente apprezzato per la sua umanità e semplicità che lanciò tanti giovani ai vertici del calcio italiano: detto di Adriano e Mutu, non si possono dimenticare i vari Frey, Bonera, Ferrari, Barone e, ancor di più, uno dei suoi pupilli Gilardino che raccolse la non facile eredità dell’Imperatore e realizzò la bellezza di 23 gol nella stagione 2003-04. Quel Parma spettacolare, incentrato sulla linea verde, era in grado di divertire e di emozionare la gente come poi poche altre volte è avvenuto successivamente.

SEPARAZIONE. L’addìo, già nell’aria da tempo, fu in realtà controverso: l’amministrazione straordinaria gli offrì il rinnovo di contratto che lui gentilmente rispedì al mittente attratto dalle sirene della Juve. Poi la Vecchia Signora virò a sorpresa su Capello e Prandelli lo sostituì alla Roma. Un’avventura fugace e sfortunata durata poco a causa della malattia che colpì la moglie.

I PRECEDENTI. Prandelli tornerà a sedersi su una panchina del Tardini a distanza di quasi sei anni e mezzo dall’ultima volta: era il 14 novembre 2012 e la “sua” Italia, fresca di secondo posto agli Europei, cadde in amichevole (1-2) contro la Francia di Deschamps. Per ritrovarlo da avversario bisogna riavvolgere il nastro e risalire al 3 aprile del 2010, quando da allenatore della Fiorentina pareggiò (1-1) di fronte al Parma di Guidolin, col quale ebbe uno screzio ai tempi del Palermo. Il bilancio complessivo recita due successi, entrambi tra le fila della Viola, un pareggio e quattro sconfitte, di cui le prime tre consecutive prima dell’esperienza nel Ducato con Atalanta (il 27 marzo ’94, da esordiente in serie A, punito dalle reti di Minotti, suo futuro team manager, e Apolloni), Lecce e Verona.

RITORNO IN ITALIA. Di tanto in tanto accostato ancora dai più romantici al Parma, l’ex ct della Nazionale, che ha girato il mondo tra Valencia, Galatasaray e Al Nasr, è tornato ad allenare in Italia accettando lo scorso 7 dicembre la proposta del Genoa di Preziosi. I buoni risultati ottenuti gli hanno consentito di ipotecare la salvezza in largo anticipo e affiancare il collega D’Aversa a quota 30 in classifica. E comunque vada sabato pomeriggio riceverà solo applausi dal pubblico di casa che non lo ha mai dimenticato.

 

 

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