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Gazzola, l’usato sicuro che non tradisce

Il passaggio al 3-5-2 ha favorito l’impiego del terzino di Borgotaro che, in assenza di Biabiany, si è fatto trovare pronto sulla fascia destra

In molti nel corso della stagione si erano domandati che fine avesse fatto Marcello Gazzola, unico parmense in rosa, arrivato nel gennaio di un anno fa dal Sassuolo per fornire il proprio contributo nella straordinaria cavalcata verso la serie A. Dove, però, il terzino di Borgotaro, cresciuto nelle giovanili crociate, si è ritrovato a svolgere un ruolo da comprimario, chiuso da Iacoponi che D’Aversa fin da subito ha deciso di riportare a destra in una retroguardia a quattro piuttosto bloccata e completata dagli altri centrali Alves, Bastoni e Gagliolo.

LA SVOLTA. Il cambio di modulo (dal tradizionale 4-3-3 al 3-5-2 di ultima generazione) e, indirettamente, l’infortunio di Biabiany gli hanno consegnato all’improvviso una maglia da titolare come padrone indiscusso della corsia di sua competenza. Le ultime quattro presenze dal 1′, sei totali consecutive se si aggiungono i precedenti ingressi dalla panchina con Lazio e Atalanta, bastano a certificare la rinascita di Gazzola che, a detta di tutti, di fronte al Milan ha sciorinato la miglior prestazione stagionale. Da vero esterno di fascia, capace di distinguersi in entrambe le fasi.

BRILLANTEZZA. La posizione più avanzata in fase di possesso consentiva alla squadra di passare senza grossi scompensi al 4-3-3 o 4-4-2 ed è risultata una delle armi più efficaci per affondare nel lato debole, quello sinistro, dei rossoneri. Corsa, gamba e lucidità hanno fatto la differenza, specialmente, nel primo tempo in cui Rodriguez e, in seconda battuta, Borini in ripiegamento non sono mai riusciti a contenerlo. Prima il cross al bacio che Kucka ha rischiato di trasformare nell’eurogol dell’anno in rovesciata poi un paio di serpentine degne dei Cafù o Maicon dei tempi d’oro. Di cui l’ultima a pochi istanti dall’intervallo sventata in affanno da Donnarumma.

PROSPETTIVE. Se dovesse essere confermato il 3-5-2 anche le ultime cinque partite di campionato lo vedranno nei panni di protagonista assoluto per riprendersi con gli interessi i tanti mesi trascorsi in naftalina. In ogni caso, i 585′ giocati finora sono destinati ad aumentare in maniera esponenziale in un percorso simile a quello di Barillà nello scorso campionato di serie B. Anche Nino dovette attendere a lungo il proprio momento di gloria prima di salire in cattedra nel finale di stagione e diventare un pilastro imprescindibile nello scacchiere di D’Aversa. Che, dal canto suo, ha dimostrato di essere un allenatore intelligente e di poter variare idee e spartiti in corso d’opera.

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