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D’Aversa al bacio: anche questa volta ha vinto lui

Il tecnico abruzzese ha raggiunto la salvezza. Un’impresa, la terza dopo la promozione in Serie B e la notte di La Spezia, alla guida del Parma

Al triplice fischio, mentre la panchina del Parma è schizzata in campo e si è stretta in vari gruppi formando capannelli festanti, lui, Roberto da Pescara ha stretto i pugni e ha cercato con lo sguardo la moglie. E la complicità di chi lo ha sempre sostenuto. Mentre i suoi ragazzi facevano festa ed esultavano, Roberto D’Aversa, che al gol di Scozzarella è letteralmente esploso, probabilmente non aveva la forza di andare a prendersi l’abbraccio dei suoi giocatori. Senza saperlo e in maniera silenziosa, si è preso quello di una città intera.

Stremato, logorato da una stagione lunghissima e pure complicata (che a tratti ha complicato anche lui), si è fatto scendere addosso la tensione: la paura di non farcela si è trasformata in gioia e la rabbia agonistica è sfociata in un bacio convinto indirizzato a sua moglie. Si è girato verso di lei, verso la tribuna che alla fine gli ha tributato l’applauso in piedi, convinto, meritato. Per una volta, quella stessa tribuna che è stata covo di malessere sfociato in fischi, qualche insulto e tanti mugugni, gli ha reso merito e lo ha applaudito per il terzo, fondamentale obiettivo raggiunto in due anni e mezzo. Perché salvarsi era veramente vitale, chiudere con un sorriso quest’altra pagina leggendaria era troppo importante. E non inganni lo straordinario girone di andata: questa salvezza è stata un’impresa.

Dopo aver centrato l’obiettivo si è limitato a stringere i pugni in senso di trionfo prima di abbandonarsi in un pianto di gioia imbeccato dal figlio che veniva dall’altra parte dello stadio. Alla fine anche Roberto D’Aversa, il condottiero, il sergente, il duro, si è sciolto. Ha fatto trasparire le emozioni dietro il suo ghigno coriaceo di combattente che non vuole perdere. E non ha perso, neanche stavolta. Dopo aver accompagnato il Parma in Serie A, nella notte di La Spezia, D’Aversa ha saputo combattere per tenersela stretta quella Serie A che a un certo punto rischiava di scivolare via.

Per leggerezze, errori commessi da lui in primis, come ribadisce spesso e dai suoi giocatori. Un gruppo coeso che parte da lontano e arriva a volersi tenere stretta una categoria conquistata con sforzi immani. Se fosse stato un film, avrebbe sicuramente avuto la sceneggiatura di un trhiller, di quelli che ti incollano al televisore. Da vedere e vivere senza staccare. Da sentire. La sua sceneggiatura D’Aversa se l’è scritta, l’ha pure complicata a un certo punto, evidentemente le cose facili non lo attirano, ma alla fine è riuscito a uscirne vivo. Da trionfatore. Da vincente. Perché, bilanci alla mano, D’Aversa può anche non piacere per modi di dire o di fare, ma ha vinto. Anche stavolta, ha vinto lui. E con lui il Parma. E tutta la città.

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